Esplora le Citazioni



Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
Ricerca tra le citazioni:

Ricerca di Sala Grande e di Great Hall


   Aprendosi un varco tra la ressa che si attardava ancora in chiacchiere, i Grifondoro del primo anno seguirono Percy, uscirono dalla Sala Grande e salirono al piano di sopra passando per la scala di marmo.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Era addirittura difficile credere che ci fosse un soffitto, e che la Sala Grande non si spalancasse semplicemente sul cielo aperto.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Harry, con la strana sensazione che le gambe gli fossero diventate di piombo, si mise in fila dietro a un ragazzo dai capelli color sabbia, e Ron dietro di lui. Uscirono dalla stanza, attraversarono di nuovo la sala d'ingresso, oltrepassarono un paio di doppie porte, ed entrarono nella Sala Grande.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Benvenuti a Hogwarts’ disse la professoressa Mcgranitt. ‘Il banchetto per l'inizio dell'anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande, verrete smistati nei vostri dormitori. Lo Smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, il vostro dormitorio sarà un po' come la vostra famiglia. Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di dormitorio, dormirete nei locali destinati al vostro dormitorio e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo del vostro dormitorio.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   In quel momento arrivò la posta. Oramai Harry ci aveva fatto l'abitudine, ma il primo giorno era rimasto alquanto impressionato quando un centinaio di gufi avevano fatto irruzione all'improvviso nella Sala Grande, durante la colazione, descrivendo cerchi sopra i tavoli finché, individuato il proprio padrone, non gli avevano lasciato cadere in grembo lettere e pacchetti.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)


    Il venerdì successivo fu un giorno importante per Harry e Ron. Finalmente riuscirono ad arrivare alla Sala Grande per colazione senza perdersi neanche una volta.
‘Cosa abbiamo oggi?’ chiese Harry a Ron versandosi lo zucchero nel tè.
‘Pozioni doppie per i Serpeverde’ disse Ron. ‘Il capo del dormitorio Serpeverde è Piton, e quelli di Serpeverde dicono che lui li favorisce sempre... vedremo se è vero’.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   Hermione non si presentò alla lezione successiva e non si fece vedere per tutto il pomeriggio. Mentre si avviavano verso la Sala Grande per la festa di Halloween, Harry e Ron sentirono Calì Patil dire alla sua amica Lavanda che Hermione stava piangendo nel bagno delle femmine e voleva essere lasciata in pace. A questa notizia, Ron si sentì ancora più imbarazzato, ma un attimo dopo erano nella Sala Grande, dove le decorazioni per Halloween fecero loro dimenticare Hermione.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   Quando, come di consueto, i volatili invasero la Sala Grande, l'attenzione generale fu attratta immediatamente da un pacco lungo e sottile, trasportato da sei grossi barbagianni. Come tutti, anche Harry era curioso di sapere che cosa contenesse, e si stupì quando gli uccelli scesero in picchiata e lo lasciarono cadere proprio davanti a lui, facendo cadere per terra la sua pancetta affumicata. Quelli non avevano fatto in tempo ad allontanarsi, che ecco arrivare un altro barbagianni con una lettera, che lasciò cadere sopra il pacco.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   All'alba dell'indomani, la giornata si presentava luminosa e fredda. La Sala Grande era piena del profumo delizioso delle salsicce fritte e dell'allegro chiacchiericcio dei ragazzi che non vedevano l'ora di assistere a una bella partita.
‘Devi mangiare qualcosa’.
‘Non voglio niente’.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   ‘Su, basta coi musi, è quasi Natale!’ disse Hagrid. ‘Adesso sapete che cosa facciamo? Vi porto a vedere la Sala Grande. E' tutta una festa!’
Così, seguirono Hagrid e il suo albero fino alla Sala Grande, dove la professoressa Mcgranitt e il professor Vitious erano tutti indaffarati a sistemare le decorazioni natalizie.
‘Ah, ecco Hagrid con l'ultimo albero... Mettilo in quell'angolo laggiù, ti spiace?’
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Tutti quanti non vedevano l'ora che cominciassero le vacanze. Mentre nella sala di ritrovo di Grifondoro e nella Sala Grande ardevano fuochi scoppiettanti, i corridoi pieni di spifferi erano gelidi, e un vento sferzante faceva sbattere le imposte nelle aule. Il peggio erano le lezioni del professor Piton, che si tenevano nei sotterranei, dove il respiro si condensava in nuvolette e tutti cercavano di starsene il più vicino possibile ai calderoni bollenti.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

    Quella sera Harry si avviò da solo alla festa di fine anno. Era stato trattenuto dalle assidue cure di Madama Chips, che aveva insistito per dargli un’ultima controllata, quindi la Sala Grande era già piena. Era parata a festa con i colori di Serpeverde, verde e argento, per festeggiare il fatto che aveva vinto la coppa per il settimo anno di fila. Un immenso stendardo con il serpente di Serpeverde copriva la parete dietro alla Tavola delle Autorità.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Hogwarts gli mancava così tanto che era come avere costantemente mal di stomaco. Gli mancava il castello con i suoi passaggi segreti e i suoi fantasmi, le lezioni (anche se magari non quelle di Piton, il professore di Pozioni), la posta consegnata via gufo, i banchetti nella Sala Grande, i sonni nel suo letto a baldacchino nel dormitorio della torre, le visitine al guardiacaccia Hagrid nella capanna vicino alla foresta proibita, e soprattutto il Quidditch, lo sport più popolare nel mondo dei maghi (sei alti pali alle porte, quattro palle volanti e quattordici giocatori a cavallo di un manico di scopa).
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    Harry lo raggiunse di corsa e insieme sbirciarono nella Sala Grande.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Senza osare guardarsi, i due ragazzi lo seguirono su per le scale e poi nell’enorme ingresso vasto illuminato da torce fiammeggianti. Dalla Sala Grande si diffondeva un delizioso profumo di vivande, ma Piton li sottrasse al tepore e alla luce e li condusse giù per una stretta scala di pietra che portava ai sotterranei.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)


   Ma il giorno dopo Harry sorrise molto meno. Le cose cominciarono a mettersi male fin dalla prima colazione, nella Sala Grande. Le quattro lunghe tavole, sotto il soffitto magico (quel giorno di un grigio nuvoloso uniforme), erano apparecchiate con zuppiere di porridge, piatti di aringhe affumicate, montagne di toast e vassoi di uova e bacon. Harry e Ron si sedettero al tavolo di Grifondoro accanto a Hermione, che teneva aperta la sua copia di In viaggio con i vampiri, appoggiandola contro una brocca di latte. Ci fu una sfumatura lievemente rigida nel modo in cui disse «Buongiorno», il che fece capire a Harry che ancora disapprovava il modo in cui erano arrivati. Neville Paciock, al contrario, li salutò allegramente. Neville era un ragazzo dalla faccia rotonda un tantino maldestro; era una delle persone più smemorate che Harry avesse conosciuto.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Non abbiamo neanche cominciato» rispose Harry guardando con invidia il toast e la marmellata d’arancia che Ron e Hermione si erano portati dalla Sala Grande. «Baston ci ha insegnato delle nuove mosse».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Harry e Ron si trascinarono fino alla Sala Grande in uno stato di profonda prostrazione, seguiti da Hermione che aveva inaugurato un’espressione del tipo così-imparate-a-violare-il-regolamento. Harry non gustò il pasticcio di carne e puré come aveva pensato. Sia lui che Ron ritenevano di essere stati trattati ingiustamente.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Nei giorni che lo separavano da Halloween, Harry ebbe tutto il tempo di rimpiangere la promessa affrettata di partecipare alla Festa di Complemorte. Tutti gli altri stavano felicemente pregustando l’evento organizzato dalla scuola; la Sala Grande era stata decorata con i soliti pipistrelli vivi, le colossali zucche di Hagrid erano state svuotate e trasformate in lanterne tanto grandi da ospitare tre uomini seduti e si vociferava che Silente avesse ingaggiato una compagnia di scheletri danzanti per uno spettacolo.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    Fu cosi che il giorno di Halloween, alle sette di sera, Harry, Ron e Hermione oltrepassarono la porta della affollatissima Sala Grande, da cui provenivano invitanti bagliori di piatti d’oro e di candele, per raggiungere i sotterranei.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Da questa parte!» gridò, e cominciò a correre su per le scale raggiungendo la Sala d’Ingresso. Lì, non c’era speranza di sentire qualcosa, perché dalla Sala Grande veniva il chiasso della festa. Harry imboccò di corsa la scala di marmo che conduceva al primo piano, con Ron e Hermione che cercavano di tenergli dietro.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    Ma Colin era così basso di statura che non riusciva a contrastare il flusso di persone che lo sospingevano verso la Sala Grande; non avevano fatto in tempo a sentirlo strillare: «Ci vediamo, Harry!» che era già scomparso.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    Sabato mattina Harry si svegliò di buon’ora e rimase a letto pensando all’imminente partita a Quidditch. Lo innervosiva il pensiero di quel che avrebbe detto Baston se il Grifondoro avesse perso, ma anche l’idea di dover affrontare una squadra che montava le più veloci scope da corsa reperibili sul mercato. Mai come in quel momento aveva desiderato battere i Serpeverde. Rimase mezz’ora steso a letto a rimuginare tutti questi pensieri, poi si alzò, si vestì e scese a fare colazione. Era presto, e nella Sala Grande trovò gli altri compagni di squadra del Grifondoro seduti intorno al lungo tavolo semideserto, taciturni e tesi.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    I due amici furono d’accordissimo, e perciò quella sera alle otto scesero di nuovo nella Sala Grande. Gli immensi tavoli da pranzo erano scomparsi e lungo una parete era apparso un palcoscenico d’oro, illuminato da migliaia di candele sospese in aria. Sotto la magica volta del soffitto, di un nero vellutato, sembravano essersi dati convegno quasi tutti, armati di bacchette magiche e molto eccitati.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    La Sala Grande era uno splendore. Non solo era addobbata con una dozzina di alberi di Natale coperti di ghiaccio e con grossi festoni di agrifoglio e di vischio che andavano da una parte all’altra del soffitto, ma dall’alto fioccava anche neve magica, calda e asciutta. Silente diresse il canto corale di alcune delle sue carole preferite, mentre Hagrid, man mano che tracannava grog, batteva il tempo sempre più freneticamente. Percy non s’era accorto che Fred aveva fatto un incantesimo al suo cartellino di Prefetto, su cui ora si leggeva ‘Perfetto’, e continuava a chiedere che avessero tanto da ridere. Dalla tavola dei Serpeverde, Draco Malfoy, con voce stentorea, faceva commenti maligni sul maglione nuovo di Harry, ma lui lo ignorava. Con un po’ di fortuna, di lì a poche ore lo avrebbe sistemato a dovere.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)


    Ma con grande sorpresa di Harry e Ron, la fase numero uno dell’operazione andò liscia come Hermione aveva previsto. Dopo il tè, si attardarono nella Sala d’Ingresso deserta in attesa di Tiger e Goyle che, rimasti soli al tavolo dei Serpeverde, si stavano rimpinzando di una quarta porzione di zuppa inglese. Harry aveva appoggiato i pasticcini al cioccolato sulla balaustra delle scale. Quando videro Tiger e Goyle uscire dalla Sala Grande, Harry e Ron si nascosero in fretta dietro a un’armatura, accanto al portone principale.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Ah, eccovi!» disse con voce strascicata guardandoli. «Siete stati tutto questo tempo a rimpinzarvi nella Sala Grande? Vi ho cercato dappertutto. Voglio farvi vedere una cosa veramente buffa».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Ti prego, Hermione, dimmi che non sei tra quei quarantasei!» disse Ron quando ebbero lasciato la Sala Grande per la prima ora di lezione. Ma tutt’a un tratto Hermione sentì il bisogno impellente di cercare l’orario nella borsa e non rispose.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Aveva appena lasciato la Sala Grande insieme a Ron e Hermione per andare a prendere il suo equipaggiamento da Quidditch, quand’ecco che un’altra angoscia si aggiunse al già nutrito elenco delle sue preoccupazioni. Non aveva fatto in tempo a poggiare un piede sul primo gradino della scala di marmo che la udì di nuovo: «Uccidere adesso… fare a pezzi… squartare…»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Harry non si mosse, indeciso, cercando di udire di nuovo la voce, ma ormai tutti stavano uscendo dalla Sala Grande parlando a voce alta e imboccavano la porta principale diretti al campo di Quidditch.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «Ho buone notizie» disse, e nella Sala Grande non solo non si fece silenzio, ma ci fu uno scoppio di gioia.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

   La porta della Sala Grande era aperta sulla destra; Harry seguì la folla e la oltrepassò, ma aveva appena dato un'occhiata al soffitto incantato, che quella sera era nero e coperto di nuvole, quando sentì una voce:
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Harry tornò in corridoio con Madama Chips, che si avviò verso l'infermeria parlottando tra sé. Dovette aspettare solo qualche minuto, e poi Hermione uscì con l'aria molto soddisfatta, seguita dalla professoressa McGranitt, e il terzetto ridiscese le scale fino alla Sala Grande.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Quando Harry, Ron e Hermione entrarono nella Sala Grande per la colazione, la mattina dopo, la prima cosa che videro fu Draco Malfoy impegnato a intrattenere un folto gruppo di Serpeverde con una storia molto divertente. Mentre passavano, Malfoy si esibì in una ridicola imitazione di uno svenimento che fece scoppiare tutti a ridere.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   In quel momento Hagrid entrò nella Sala Grande. Indossava il suo lungo cappotto di talpa e in una delle manone teneva una moffetta morta che faceva dondolare distrattamente.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)


   Quando la lezione di Trasfigurazione fu terminata, si unirono tutti alla folla che si dirigeva rumorosamente verso la Sala Grande per il pranzo.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Furono tra i primi a raggiungere la Sala Grande all'ora di cena, con la speranza di vedere Hagrid, ma il loro amico non c'era.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Anche Harry si voltò. Erano in cima ai gradini e gli altri li stavano superando, diretti alla Sala Grande per il pranzo.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   «Oh, si» disse Hermione vaga, rimettendo tutti i libri nella borsa. «Spero che per pranzo ci sia qualcosa di buono: ho una fame...» aggiunse, dirigendosi verso la Sala Grande.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   «Sì, può darsi» disse Harry mentre raggiungevano l'ingresso ed entravano nella Sala Grande. Era stata decorata con centinaia e centinaia di zucche piene di candele accese, un nugolo di pipistrelli veri svolazzanti e tantissime stelle filanti di un color arancione fiammeggiante, che guizzavano pigramente lungo il soffitto coperto di nuvole come luminosi serpenti d'ac qua.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   La serata era stata così piacevole che il buonumore di Harry non fu scalfito nemmeno da Malfoy, che urlò tra la folla, mentre uscivano dalla Sala Grande: «I Dissennatori ti mandano i loro più cari saluti, Potter!»
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Il professor Silente rispedì tutti i ragazzi del Grifondoro nella Sala Grande, dove dieci minuti più tardi li raggiunsero gli studenti di Tassorosso, Corvonero e Serpeverde, tutti estremamente confusi.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   gliose decorazioni natalizie, anche se non era rimasto quasi nessuno a godersele. Fitte ghirlande di vischio e agrifoglio furono appese nei corridoi, luci misteriose brillavano dall'interno delle armature e la Sala Grande ospitava come sempre dodici abeti scintillanti di stelle d'oro. Un robusto, delizioso aroma di cibo pervadeva i corridoi, e per la Vigilia di Natale era diventato così intenso che anche Crosta mise il muso fuori dal suo rifugio nella tasca di Ron per annusare l'aria speranzoso.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   All'ora di pranzo scesero nella Sala Grande e scoprirono che i tavoli erano stati di nuovo disposti lungo le pareti, e che al centro della stanza c'era un solo tavolo, preparato per dodici. I professori Silente, McGranitt, Piton, Sprite e Vitious erano seduti con Gazza, il guardiano, che aveva sostituito il solito cappotto marrone con un frac dall'aria molto vecchia e piuttosto muffita. C'erano solo altri tre studenti, due del primo anno, che sembravano parecchio tesi, e un imbronciato Serpeverde del quinto anno.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Mentre Harry si serviva di patate arrosto, le porte della Sala Grande si aprirono di nuovo. Era la professoressa Cooman, che scivolò verso di loro come se avesse le ruote. Per l'occasione indossava un abito verde coperto di lustrini, che la faceva somigliare più che mai a una scintillante libellula gigante.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   La mattina dopo Harry scese a colazione con gli altri ragazzi del suo dormitorio, tutti convinti che la Firebolt meritasse una sorta di drappello d'onore. Quando Harry entrò nella Sala Grande, tutti si voltarono a guardare la Firebolt, e si diffuse un mormorio di eccitazione. Harry vide con enorme soddisfazione che la squadra dei Serpeverde sembrava colpita da un fulmine.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   I gufi della scuola planarono nella Sala Grande portando la posta come al solito, e a Neville andò il boccone di traverso mentre un grosso gufo at terrava davanti a lui con una lettera scarlatta nel becco. Harry e Ron, che erano seduti di fronte, riconobbero subito la lettera: Ron ne aveva ricevuta una così da sua madre l'anno prima.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   Harry e il resto della squadra di Grifondoro la mattina dopo entrarono nella Sala Grande salutati da un fragoroso applauso. Harry non poté fare a meno di sorridere quando vide che anche i tavoli di Corvonero e di Tassorosso li applaudivano. Al loro passaggio, dal tavolo di Serpeverde si alzò un fischio acuto. Harry notò che Malfoy era ancora più pallido del solito.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Baston passò tutta la colazione esortando la sua squadra a mangiare, ma lui non toccò cibo. Poi si affrettò a farli correre in campo prima che gli altri finissero, per farsi un'idea delle condizioni in cui avrebbero giocato. Mentre uscivano dalla Sala Grande, tutti applaudirono di nuovo.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Perché mi hai interrotto?» disse Ron furioso mentre entravano nella Sala Grande per il pranzo. «Li hai visti? Hanno già l'ascia pronta! Questa non è giustizia!»
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

    La professoressa McGranitt, vicepreside della scuola e direttrice della Casa di Grifondoro, era arrivata di fretta dalla Sala Grande; scivolò sul pavimento bagnato e si aggrappò al collo di Hermione per non cadere. «Oops… Chiedo scusa, signorina Granger…»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Non faccio niente!» ridacchiò Pix, scagliando una bomba d’acqua contro alcune ragazze del quinto anno, che urlarono e si precipitarono in Sala Grande. «Sono già bagnati, no? Piccoli presuntuosi! Vaaaaaaai!» E colpi un gruppo di ragazzi del secondo anno che erano appena arrivati.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Be’, avanti, adesso!» disse severa la professoressa McGranitt alla folla in subbuglio, «in Sala Grande, andiamo!»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    La Sala Grande era magnifica come sempre, decorata per il banchetto d’inizio anno. Piatti e calici d’oro scintillavano alla luce di centinaia e centinaia di candele che galleggiavano a mezz’aria sopra i tavoli. Le quattro lunghe tavolate delle case erano affollate di studenti vocianti; in fondo alla Sala, gli insegnanti sedevano lungo un solo lato di un quinto tavolo, di fronte ai loro allievi. Lì dentro faceva molto più caldo. Harry, Ron e Hermione passarono oltre i Serpeverde, i Corvonero e i Tassorosso e si sedettero con gli altri di Grifondoro all’estremità della Sala, vicino a Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro. Nick quella sera portava il suo solito farsetto, con una gorgiera particolarmente ampia, che serviva al doppio scopo di avere un’aria festaiola e di assicurare che la testa non ciondolasse troppo sul collo in parte tagliato.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Non fece in tempo a finire la frase che le porte della Sala Grande si aprirono, e cadde il silenzio. La professoressa McGranitt guidò una lunga fila di ragazzini del primo anno fino all’altro capo del salone. Se Harry, Ron e Hennione erano bagnati, non era niente a confronto dei nuovi arrivati: sembrava che invece di arrivare in barca avessero attraversato il lago a nuoto. Tutti tremavano di freddo e nervosismo mentre sfilavano lungo il tavolo degli insegnanti e si fermavano davanti al resto della scuola — tutti tranne il più piccolo, un ragazzino coi capelli color topo, avvolto in quello che Harry riconobbe come il cappotto di pelliccia di talpa di Hagrid. Il cappotto era così grande per lui che sembrava avviluppato in un tendone nero e peloso: il suo faccino spuntava da sopra il collo, quasi dolorosamente eccitato. Quando ebbe preso posto accanto ai suoi terrorizzati coetanei, incrociò lo sguardo di Colin Canon, alzò entrambi i pollici e articolò: «Sono caduto nel lago!» Sembrava decisamente divertito per l’accaduto.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Il Cappello Parlante finì e la Sala Grande risuonò d’applausi.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Ma in quel momento risuonò un tuono assordante e le porte della Sala Grande si spalancarono.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

   La mattina dopo la tempesta si era esaurita, anche se il soffitto della Sala Grande era ancora coperto; pesanti nuvole grigio peltro vorticavano in alto mentre Harry, Ron e Hermione studiavano i nuovi orari scolastici a colazione. Qualche sedia più in là, Fred, George e Lee Jordan discutevano i metodi magici per invecchiarsi e riuscire a essere ammessi di straforo al Torneo Tremaghi.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    «Maledetta vecchia pipistrella» disse Ron amaramente, mentre si univano alla folla che scendeva le scale diretta alla Sala Grande. «Ci vorrà tutto il fine settimana, ci vorrà…»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    «Che lezione, però, eh?» disse Ron a Harry mentre si avviavano verso la Sala Grande. «Fred e George avevano ragione, vero? Sa il fatto suo, Moody, eh? Quando ha fatto l’Avada Kedavra, e quel ragno è morto sul serio, l’ha lasciato lì stecchito…»
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    Ron colse l’espressione di Harry e tacque all’improvviso, né disse altro finché non furono giunti nella Sala Grande. Qui borbottò che secondo lui era meglio cominciare subito con le predizioni della professoressa Cooman, perché ci sarebbero volute ore.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    Quando scesero per colazione la mattina del 30 ottobre, scoprirono che la Sala Grande era stata addobbata durante la notte. Enormi stendardi di seta pendevano dai muri. Ciascuno rappresentava una Casa di Hogwarts: rosso con un leone d’oro per Grifondoro, blu con un’aquila di bronzo per Corvonero, giallo con un tasso nero per Tassorosso, e verde con un serpente d’argento per Serpeverde. Dietro il tavolo degli insegnanti, lo stendardo più grande di tutti portava il blasone di Hogwarts: leone, aquila, tasso e serpente uniti sotto una grande H.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Mentre riattraversavano la Sala d’Ingresso con gli altri studenti di Hogwarts, diretti alla Sala Grande, Harry vide Lee Jordan che saltava su e giù per riuscire a veder meglio la nuca di Krum. Parecchie ragazze del sesto anno si stavano frugando freneticamente in tasca mentre camminavano («Oh, non ci posso credere, non ho nemmeno una penna», «Credi che mi firmerà il cappello col rossetto?»)
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Quando tutti gli studenti furono entrati nella Sala e si furono sistemati ai tavoli delle loro Case, gli insegnanti entrarono, raggiunsero in fila il tavolo più lontano e si sedettero. Il professor Silente, il professor Karkaroff e Madame Maxime furono gli ultimi. Quando apparve la loro Preside, gli allievi di Beauxbatons scattarono in piedi. Alcuni studenti di Hogwarts risero. Il gruppo di Beauxbatons non sembrò minimamente imbarazzato, e nessuno tornò a sedere se non dopo che Madame Maxime ebbe preso posto alla sinistra di Silente. Quest’ultimo però rimase in piedi e il silenzio calò sulla Sala Grande.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    La Sala Grande sembrava molto più affollata del solito, anche se c’erano una ventina scarsa di studenti in più; forse era perché le uniformi di colore diverso spiccavano contro il nero della divisa di Hogwarts. Ora che si erano tolti le pellicce, gli studenti di Durmstrang apparvero vestiti di un intenso rosso sangue.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Vi avevo avvertiti» disse una voce profonda e divertita, e tutti si voltarono mentre il professor Silente usciva dalla Sala Grande. Scrutò Fred e George con gli occhi che scintillavano. «Suggerisco a entrambi di andare da Madama Chips. Si sta già occupando della signorina Fawcett di Corvonero e del signor Summers di Tassorosso: anche loro hanno deciso di invecchiarsi un po’. Anche se devo dire che le loro barbe non sono nemmeno remotamente belle come le vostre».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Le decorazioni della Sala Grande quella mattina erano cambiate. Era Halloween: una nuvola di pipistrelli vivi svolazzava sul soffitto incantato, mentre centinaia di zucche intagliate sogghignavano da tutti gli angoli. Harry si diresse verso Dean e Seamus, che stavano discutendo degli studenti di Hogwarts di diciassette anni o più che probabilmente si sarebbero fatti avanti.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Che cosa facciamo oggi, allora?» chiese Ron a Harry e Hermione quando ebbero finito di fare colazione e uscirono dalla Sala Grande.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Quando entrarono, la Sala Grande illuminata dalle candele era quasi piena. Il Calice di Fuoco era stato spostato; ora si trovava davanti al posto di Silente al tavolo degli insegnanti. Fred e George — di nuovo senza un pelo — sembravano aver preso bene la delusione.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

   Harry rimase là dov’era, conscio che tutte le teste nella Sala Grande si erano voltate a guardarlo. Era esterrefatto. Tramortito. Stava sognando. Non aveva sentito bene.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    Ma Madame Maxime aveva già messo il braccio attorno alle spalle di Fleur e la stava guidando con decisione fuori dalla stanza. Harry le sentì parlare fitto fitto in francese mentre tornavano nella Sala Grande. Karkaroff fece un cenno a Krum, e anche loro uscirono, in silenzio, però.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    La Sala Grande ormai era deserta; le candele si erano quasi consumate, dando ai sorrisi frastagliati delle zucche un’aria inquietante e tremolante.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    Harry si vestì e scese la scala a chiocciola che portava nella sala comune. Nell’istante in cui comparve, i ragazzi che avevano già fatto colazione scoppiarono di nuovo in un applauso. La prospettiva di scendere nella Sala Grande e affrontare il resto dei Grifondoro, che lo trattava come una specie di eroe, non era allettante; o così, comunque, o rimanere lì e lasciarsi assediare dai fratelli Canon, che gli facevano entrambi gesti frenetici perché si unisse a loro. Si diresse deciso verso il buco del ritratto, lo aprì e si trovò faccia a faccia con Hermione.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Scesero, attraversarono in fretta l’Ingresso senza guardare dentro la Sala Grande, e ben presto si trovarono a percorrere il prato in direzione del lago, dove era ormeggiata la nave di Durmstrang, sagoma nera riflessa nell’acqua. Era una mattinata gelida, e camminarono mangiando, mentre Harry raccontava a Hermione che cosa era successo esattamente dopo che aveva lasciato il tavolo di Grifondoro la sera prima. Con suo immenso sollievo, Hermione accettò la sua storia senza riserve.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    «Be’, naturalmente lo sapevo che non ti eri fatto avanti tu» disse, quando lui ebbe finito di riferirle la scena avvenuta nella stanza accanto alla Sala Grande. «Dovevi vederti quando Silente ha letto il tuo nome! Ma la domanda è: chi è stato a metterlo nel Calice? Perché Moody ha ragione, Harry… non credo che nessuno degli studenti avrebbe potuto farlo… non sarebbero mai stati in grado di imbrogliare il Calice, o scavalcare Silente e i suoi…»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

   Harry si alzò la domenica mattina, e si vestì così distrattamente che ci mise un po’ ad accorgersi che stava cercando di infilarsi il cappello sul piede al posto del calzino. Quando finalmente ebbe sistemato tutti gli abiti sulle parti giuste del corpo, andò a cercare Hermione, e la trovò nella Sala Grande al tavolo di Grifondoro, dove stava facendo colazione con Ginny. Troppo irrequieto per mangiare, Harry attese che Hermione ingollasse la sua ultima cucchiaiata di porridge, poi la trascinò fuori per un’altra passeggiata. Mentre facevano un altro lungo giro attorno al lago, le raccontò tutto dei draghi, e quasi tutto quello che aveva detto Sirius.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Quella notte Harry dormì appena. Quando si svegliò il lunedì mattina, per la prima volta in assoluto prese seriamente in considerazione l’idea di fuggire da Hogwarts. Ma mentre si guardava intorno nella Sala Grande a colazione, pensò a ciò che avrebbe significato lasciare il castello, e seppe che non poteva. Era l’unico posto in cui fosse stato mai felice… be’. doveva esserlo stato anche con i suoi genitori, ma non se lo ricordava.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Il tempo si comportava in modo più stravagante che mai: filava via a grandi blocchi, così che un momento gli sembrava di essere seduto in classe per la prima lezione, Storia della Magia, e il momento dopo stava andando a pranzo… e poi (dov’era finita la mattinata? Le ultime ore senza draghi?) ecco che la professoressa McGranitt gli correva incontro nella Sala Grande. Un sacco di ragazzi gli puntarono gli occhi addosso.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Uscì dalla Sala Grande assieme alla professoressa McGranitt. Quasi non sembrava lei; in effetti, era preoccupata quasi quanto Hermione. Mentre lo scortava giù per i gradini di pietra nel freddo pomeriggio di novembre, gli posò una mano sulla spalla.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Si, signore, sì!» esclamò Dobby. Afferrò la mano di Harry e lo trascinò dentro le cucine, passando tra quattro lunghi tavoli di legno disposti esattamente sotto ognuno dei quattro tavoli delle Case che si trovavano di sopra, nella Sala Grande. Al momento erano sgombri, visto che la cena era terminata, ma immaginò che un’ora prima fossero stati coperti di piatti che venivano spediti su, attraverso il soffitto, ai loro corrispondenti.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «È di rigore l’abito da cerimonia» riprese la professoressa McGranitt. «Il ballo comincerà alle otto della sera di Natale, e finirà a mezzanotte, nella Sala Grande. Ora…»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    Il corpo insegnante di Hogwarts, nello sforzo continuo di impressionare i visitatori di Beauxbatons e Durmstrang, sembrava deciso a mostrare il castello al suo meglio per Natale. Quando le decorazioni furono tutte al loro posto, Harry notò che erano le più straordinarie che avesse mai visto a scuola. Ghiaccioli Sempiterni erano stati appesi ai corrimani della scalinata di marmo; i soliti dodici alberi di Natale della Sala Grande erano coperti di qualunque cosa, dalle bacche luminose di agrifoglio ad autentici gufi d’oro ululanti, e le armature erano state tutte stregate in modo da intonare canti di Natale quando qualcuno gli passava davanti. Era davvero una cosa straordinaria sentire Venite, fedeli cantato da un elmo vuoto che sapeva solo metà delle parole. Gazza il custode dovette estrarre parecchie volte Pix dalle armature, dove aveva preso l’abitudine di nascondersi, colmando le lacune nelle canzoni con rime di sua invenzione, tutte decisamente maleducate.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    «È troppo pesonte, questo mongiare di Hogvàrts» la sentirono brontolare una sera, mentre uscivano alle sue spalle dalla Sala Grande (Ron seminascosto dietro Harry, ben deciso a non farsi riconoscere da Fleur). «Non riuscirò a ontrare nel mio vestito da sera!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Harry e Ron s’incontrarono con Hermione in sala comune, e scesero insieme a colazione. Passarono gran parte della mattinata nella Torre di Grifondoro, dove tutti si stavano godendo i loro regali, poi tornarono nella Sala Grande per un pranzo sontuoso, che comprendeva almeno cento tacchini e pudding di Natale, e montagne di Cracker Magici.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Anche la Sala d’Ingresso era stipata di studenti che ciondolavano in attesa delle otto, quando le porte della Sala Grande si sarebbero aperte. I ragazzi che dovevano incontrarsi con i partner di case diverse si facevano largo tra la folla, cercandosi. Calì scorse sua sorella Padma e la guidò da Harry e Ron.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Calì si risistemò i braccialetti, radiosa; lei e Harry dissero «Ci vediamo fra un attimo» a Ron e Padma, e avanzarono, mentre la folla chiacchierina si apriva per lasciarli passare. La professoressa McGranitt, che indossava un abito da sera scozzese rosso, e si era sistemata una ghirlanda di cardi piuttosto bruttina attorno alla tesa del cappello, disse loro di aspettare su un lato della porta mentre entravano tutti gli altri; dovevano fare il loro ingresso nella Sala Grande in corteo una volta che il resto degli studenti avesse preso posto ai tavoli. Fleur Delacour e Roger Davies si disposero vicino alla porta; Davies sembrava così esterrefatto per la fortuna di avere Fleur come partner che riusciva a stento a toglierle gli occhi di dosso. Anche Cedric e Cho erano vicini a Harry, che guardò altrove in modo da non dover fare conversazione. Il suo sguardo invece cadde sulla ragazza al braccio di Krum… e rimase a bocca aperta.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Calì fissava Hermione con uno sguardo incredulo assai poco lusinghiero. Non era la sola, comunque: quando si aprirono le porte della Sala Grande, il fan club di Krum in biblioteca entrò tutto impettito, scoccando a Hermione occhiate di profondo disgusto. Pansy Parkinson la guardò a occhi sbarrati entrando con Malfoy, e anche lui parve non riuscire a trovare un insulto da rivolgerle. Ron le passò davanti senza guardarla.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Una volta che tutti si furono sistemati nella Sala Grande, la professoressa McGranitt disse ai campioni e ai loro accompagnatori di mettersi in fila a coppie e di seguirla. Obbedirono, e la Sala Grande applaudì mentre facevano il loro ingresso e avanzavano verso un grande tavolo rotondo all’altra estremità della Sala, dove avevano preso posto i giudici.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Cosine da nionte» disse in tono sbrigativo, guardando le pareti scintillanti della Sala Grande. «Al palazzo di Beauxbatons abiamo sculture di ghiascio tutto intorno la Sala da Pranzo a Natale. Non si sciolgono, naturalmonte… sono grondi statue di diamonte che brillano. E il mongiare è sempliscemonte superbe. E abiamo cori di ninfe dei boschi, mentre mongiamo. Non abiamo quelle brutte armature nei corridoi, e se un poltergeist mai ontra a Beauxbatons, viene espulso comme ça». E colpi sonoramente il tavolo con la mano.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Fleur e Roger Davies erano spariti, probabilmente in un cespuglio più intimo. Harry e Ron fecero ritorno nella Sala Grande. Calì e Padma sedevano a un tavolo lontano con una folla intera di ragazzi di Beauxbatons, e Hermione stava ballando ancora con Krum. Harry e Ron presero posto a un tavolo piuttosto lontano dalla pista da ballo.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «È stata una gran bella lezione» commentò Hermione mentre entravano nella Sala Grande. «Non sapevo la metà delle cose che la professoressa Caporal ci ha detto sugli uni…»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Mi rifiuto di accettare le tue dimissioni, Hagrid, e mi aspetto che tu torni a lavorare lunedì» disse. «Ci vediamo a colazione alle otto e mezzo nella Sala Grande. Niente scuse. Buon pomeriggio a tutti».
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    Nella Sala d’Ingresso c’erano pochi ritardatari, che avevano lasciato la Sala Grande dopo colazione e ora uscivano dal portone di quercia per andare ad assistere alla seconda prova. Rimasero sbigottiti alla vista di Harry che sfrecciava via, travolgendo Colin e Dennis Canon mentre balzava giù dai gradini di pietra e si precipitava nel parco luminoso e gelato.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Risalirono i gradini di pietra ed entrarono nell’Ingresso, dove gli aromi squisiti della cena aleggiarono verso di loro dalla Sala Grande.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «L’avevo avvertita!» disse Ron mentre Hermione correva fuori dalla Sala Grande reggendosi le mani. «L’avevo avvertita di non dare fastidio a Rita Skeeter! Guarda questa…» Lesse ad alta voce una delle lettere che Hermione non aveva ancora visto. «“Ho letto sul Settimanale delle Streghe che stai prendendo in giro Harry Potter e quel ragazzo ne ha già passate tante e ti spedirò una maledizione con la prossima posta non appena riesco a trovare una busta abbastanza grande”. Accidenti, è meglio che si guardi le spalle».
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Risalirono i gradini fino alla Sala d’Ingresso ed entrarono in Sala Grande per pranzare.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    La settimana dopo Hermione continuò a ricevere lettere anonime, e anche se lei seguì il consiglio di Hagrid e smise di aprirle, parecchi dei suoi nemici spedirono Strillettere, che esplosero al tavolo di Grifondoro coprendola di insulti davanti a tutta la Sala Grande. Anche quelli che non leggevano il Settimanale delle Streghe ormai sapevano tutto del presunto triangolo Harry-Krum-Hermione. Harry cominciava a essere stanco di ripetere a tutti che Hermione non era la sua fidanzata.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    E con queste parole, Hermione afferrò la borsa e sfrecciò fuori dalla Sala Grande.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Harry finì di fare colazione nella Sala Grande che si andava svuotando. Vide Fleur Delacour alzarsi dal tavolo di Corvonero e unirsi a Cedric che entrava nella saletta. Krum avanzò ciondolando e li raggiunse poco dopo. Harry rimase dov’era. Non voleva andarci, proprio no. Non aveva genitori: nessuno della sua famiglia sarebbe venuto a vederlo rischiare la vita, comunque. Ma proprio mentre si alzava, pensando che avrebbe potuto approfittarne per salire in biblioteca a fare un altro rapido ripasso di incantesimi, la porta della saletta si aprì, e sbucò la testa di Cedric.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    «Sì, certo» disse Harry, e si diressero verso la porta che dava nella Sala Grande.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Nel pomeriggio, Harry, Bill e la signora Weasley fecero una lunga passeggiata attorno al castello, e poi tornarono in Sala Grande per il banchetto serale. Ludo Bagman e Cornelius Caramell nel frattempo avevano preso posto al tavolo dei professori. Bagman sembrava piuttosto allegro, ma Cornelius Caramell, che era seduto accanto a Madame Maxime, era torvo e non parlava. Madame Maxime era concentrata sul suo piatto, e a Harry parve che avesse gli occhi rossi. Hagrid continuava a guardarla in tralice.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Harry si alzò. Tutti i Grifondoro lo applaudirono; i Weasley e Hermione gli augurarono tutti quanti buona fortuna, e lui uscì dalla Sala Grande con Cedric, Fleur e Krum.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Fu con il cuore oppresso che Harry preparò il baule la sera prima del suo ritorno a Privet Drive. Temeva il Banchetto d’Addio, che di solito era l’occasione per grandi festeggiamenti e il momento della proclamazione del vincitore della Coppa delle Case. Fin da quando era uscito dall’infermeria aveva evitato di entrare in Sala Grande quando era gremita, e aveva preferito mangiare quando era quasi vuota, per evitare gli sguardi dei suoi compagni.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Quando lui, Ron e Hermione entrarono nella Sala, videro subito che mancavano le consuete decorazioni. La Sala Grande di solito era addobbata con i colori della casa vincitrice in occasione della festa di fine anno. Quella sera, invece, c’erano stendardi neri sulla parete dietro il tavolo degli insegnanti. Harry capì subito che erano lì in segno di rispetto per Cedric.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Fu Silente, alzandosi a porre fine alle riflessioni di Harry. La Sala Grande, che era già meno rumorosa di quanto non fosse di solito al Banchetto d’Addio, cadde nel silenzio.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Un sussurro terrorizzato spazzò la Sala Grande. Tutti fissarono Silente increduli e atterriti. Lui rimase perfettamente calmo a guardarli confabulare, e poi tacere di nuovo.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Un mormorio percorse la Sala Grande, mentre poche teste si voltavano dalla parte di Harry prima di tornare rapide a Silente.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Silente si voltò con gravità verso Harry, e levò di nuovo il calice. Quasi tutti in Sala Grande lo imitarono subito. Mormorarono il suo nome, come avevano mormorato quello di Cedric, e bevvero alla sua salute. Ma da uno spazio vuoto tra le persone in piedi, Harry notò che Malfoy, Tiger, Goyle e molti degli altri Serpeverde erano rimasti seduti al loro posto in segno di sfida, senza toccare i calici. Silente, che dopotutto non possedeva occhi magici, non li vide.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    La Sala d’Ingresso era splendente di torce ed echeggiava dei passi degli studenti che attraversavano il pavimento di pietra diretti alla doppia porta sulla destra, che portava nella Sala Grande, al banchetto d’inizio anno.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Nella Sala Grande, i quattro lunghi tavoli delle Case si stavano riempiendo sotto il cielo nero privo di stelle, identico a quello che si scorgeva dalle alte finestre. Candele galleggiavano a mezz’aria sopra i tavoli, illuminando i fantasmi argentei sparpagliati nella Sala e i volti degli studenti immersi in fitte conversazioni, intenti a scambiarsi notizie dell’estate, a gridare saluti agli amici delle altre Case, a osservare i loro nuovi abiti e tagli di capelli. Harry notò ancora una volta che alcuni sussurravano al suo passaggio; strinse i denti e cercò di comportarsi come se non se ne accorgesse o non gli importasse.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Il chiacchiericcio nella Sala Grande svanì. I bambini del primo anno si allinearono davanti al tavolo degli insegnanti, col viso rivolto verso il resto degli studenti: la professoressa McGranitt posò con cautela lo sgabello davanti a loro, poi si trasse in disparte.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Il Cappello tornò immobile; scoppiò un applauso, anche se inframmezzato, per la prima volta a quanto ricordava Harry, da borbottii e sussurri. Per tutta la Sala Grande gli studenti si scambiavano commenti e Harry, battendo le mani con gli altri, sapeva con precisione di che cosa parlavano.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Ci vediamo dopo» disse a Ron e Hermione, e uscì dalla Sala Grande da solo, sforzandosi di ignorare altri mormorii, altri sguardi fissi e altri cenni al suo passaggio. Tenne lo sguardo puntato davanti a sé facendosi strada fra la calca nella Sala d’Ingresso, poi corse su per la scalinata di marmo, imboccò un paio di scorciatoie nascoste e ben presto si lasciò alle spalle gran parte della folla.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Seguirono quelli di Corvonero nella Sala Grande ed entrando guardarono tutti d’istinto verso il tavolo degli insegnanti. La professoressa Caporal chiacchierava con la professoressa Sinistra, l’insegnante di Astronomia, e Hagrid ancora una volta si notava solo per l’assenza. Il soffitto incantato sopra di loro rifletteva l’umore di Harry: un deprimente grigio da pioggia.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Non abbiamo intenzione di sprecare l’ultimo anno che passiamo qui, però» disse Fred, e guardò con affetto la Sala Grande. «Lo useremo per fare un po’ di ricerche di mercato, scoprire esattamente che cosa chiede lo studente medio di Hogwarts a un negozio di scherzi, valutare con attenzione i risultati della nostra indagine e infine proporre prodotti che soddisfino la domanda».
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Voi lo sapete che cosa volete fare dopo Hogwarts?» chiese Harry agli altri due poco dopo, quando uscirono dalla Sala Grande diretti a Storia della Magia.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    Mentre tutti attorno a lui riempivano le loro fiaschette, Harry ripose le sue cose, fremente. La sua pozione non era peggiore di quella di Ron, che al momento emanava un odoraccio di uova marce; né di quella di Neville, che aveva raggiunto la consistenza di cemento fresco e che Neville era intento a spalare dal calderone; eppure era lui, Harry, che avrebbe preso zero punti quel giorno. Rificcò la bacchetta nella borsa e si afflosciò sulla sedia, guardando gli altri sfilare fino alla cattedra di Piton con le fiaschette piene e tappate. Al suono della campana fu il primo a uscire, e aveva già cominciato a pranzare quando Ron e Hermione lo raggiunsero nella Sala Grande. Il soffitto era diventato di un grigio ancora più cupo nel corso della mattinata. La pioggia frustava le alte finestre.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

   La cena nella Sala Grande non fu un’esperienza piacevole per Harry. La notizia della sua urlata con la Umbridge aveva viaggiato con straordinaria rapidità anche per gli standard di Hogwarts. Quando si sedette a mangiare con Ron e Hermione udì tutto un sussurrare attorno. Il buffo era che nessuno sembrava preoccuparsi che lui sentisse che cosa dicevano. Al contrario era come se sperassero che si arrabbiasse e ricominciasse a urlare, in modo da poter ascoltare la sua storia di prima mano.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Siccome Harry era affamato, e aveva la prima punizione con la Umbridge alle cinque, andò subito a cena senza passare a lasciare la borsa nella Torre di Grifondoro, in modo da buttar giù qualcosa prima di affrontare ciò che era in serbo per lui. Ma non aveva ancora raggiunto l’ingresso della Sala Grande, che una voce forte e rabbiosa urlò: «Ehi, Potter!»
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «Sapete una cosa?» disse Harry a Ron e Hermione quando entrarono nella Sala Grande. «Credo che sarà meglio verificare col Puddlemere United se per caso Oliver Baston è stato ucciso durante un allenamento, perché pare che Angelina incarni il suo spirito».
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Il venerdì cominciò imbronciato e zuppo come il resto della settimana. Harry guardò automaticamente verso il tavolo degli insegnanti quando entrò nella Sala Grande, ma senza alcuna vera speranza di vedere Hagrid, e rivolse subito la mente ai problemi più pressanti che lo affliggevano, come la pila di compiti ormai simile a una montagna e la prospettiva di un’altra punizione della Umbridge.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «’Giorno» disse Harry allegro a Ron e Hermione, unendosi al tavolo di Grifondoro nella Sala Grande.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Signorina Johnson, come osi fare un tale baccano nella Sala Grande? Cinque punti in meno per Grifondoro!»
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    Fu subito chiaro, all’ingresso nella Sala Grande, che l’avviso della Umbridge non era apparso solo nella Torre di Grifondoro. Il chiacchiericcio aveva un’intensità particolare e c’era un gran movimento di gente che andava su e giù fra i tavoli discutendo di quello che aveva letto. Harry, Ron e Hermione avevano appena preso posto quando Neville, Dean, Fred, George e Ginny piombarono su di loro.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    Ma le conseguenze dell’annuncio non furono del tutto chiare finché non fecero per lasciare la Sala Grande, diretti a Storia della Magia.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    Hermione escogitò ben presto un sistema di comunicazione molto astuto per far sapere la data e l’ora dell’incontro a tutti i membri del gruppo, perché sarebbe parso sospetto se ragazzi di Case diverse si fossero raggruppati troppo spesso nella Sala Grande. Diede a ciascun membro dell’ES un falso galeone (Ron si entusiasmò moltissimo quando vide il cestino, convinto che lei stesse davvero distribuendo oro).
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Ottobre passò tra raffiche di vento e scrosci d’acqua, e novembre arrivò, freddo come ferro ghiacciato, con grandi gelate ogni mattina e piogge che tagliavano mani e viso. Il cielo e il soffitto della Sala Grande si fecero di un grigio tenue e perlaceo, le montagne attorno a Hogwarts si coprirono di neve e la temperatura nel castello si abbassò tanto che molti studenti indossavano spessi guanti di pelle di drago nei corridoi, tra una lezione e l’altra.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    La Sala Grande si riempiva in fretta, il volume delle chiacchiere era più alto e l’umore più esuberante del solito. Quando passarono davanti al tavolo di Serpeverde, scoppiò un gran vociare. Harry si voltò e vide che, oltre alle solite sciarpe e cappelli verdi e argento, ciascuno di loro portava un distintivo d’argento dalla forma simile a una corona. Per qualche motivo molti salutarono Ron, ridendo forte. Harry cercò di scorgere che cosa c’era scritto sulle spille, ma era troppo occupato a portare via Ron in fretta per riuscire a leggere.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Ron parve riprendersi appena mentre attraversavano la Sala Grande. Si toccò perplesso dove Hermione l’aveva baciato, come se non fosse sicuro di che cosa era successo. Era troppo distratto per notare altro, ma Harry lanciò un’occhiata curiosa alle spille passando accanto al tavolo di Serpeverde, e stavolta distinse le parole che vi erano incise:
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Hermione aprì il giornale con un gesto secco e prese a leggere l’articolo all’interno mentre Harry si guardava intorno nella Sala Grande. Non riusciva a capire come mai i suoi compagni di scuola non fossero spaventati, o perlomeno non stessero discutendo della terribile notizia in prima pagina, ma erano pochi quelli che leggevano il giornale tutte le mattine come Hermione. Eccoli là, tutti a parlare di Quidditch e chissà quali altre sciocchezze, quando fuori da quelle mura altri dieci Mangiamorte avevano ingrossato le file di Voldemort.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Lanciò un’occhiata al tavolo dei professori. Lì l’atmosfera era diversa: Silente e la McGranitt erano immersi in fitta conversazione, e avevano l’aria molto seria. La professoressa Sprite aveva appoggiato La Gazzetta del Profeta contro una bottiglia di ketchup e leggeva la prima pagina con tanta concentrazione che non aveva notato il tuorlo d’uovo che le stava sgocciolando addosso dal cucchiaino. Nel frattempo, all’altro capo del tavolo, la professoressa Umbridge stava attaccando una scodella di porridge. Per una volta i suoi occhi da rospo non ispezionavano la Sala Grande in cerca di studenti indisciplinati. Mandava giù i bocconi con aria contrariata e di tanto in tanto lanciava uno sguardo malevolo a Silente e alla McGranitt intenti ai loro discorsi.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    «Odio quando fa così» borbottò Ron; lui e Harry si alzarono dal tavolo e si avviarono, molto più lentamente, fuori dalla Sala Grande. «Crede che la ucciderebbe dirci che cos’ha in mente, ogni tanto? Le bastavano solo dieci secondi… ehi, Hagrid!»
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    E scappò via dalla Sala Grande, con la lettera stretta in una mano e una fetta di pane tostato nell’altra.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Entrarono nella Sala Grande per colazione proprio nel momento in cui i gufi recapitavano la posta del mattino. Hermione non era l’unica ad aspettare con ansia la sua Gazzetta del Profeta: quasi tutti volevano altre notizie sui Mangiamorte evasi, che nonostante i molti avvistamenti non erano ancora stati catturati. Hermione diede uno zellino al gufo e aprì trepidante il giornale, mentre Harry si versava il succo d’arancia; visto che aveva ricevuto un solo biglietto in tutto l’anno, quando il primo gufo atterrò davanti a lui con un piccolo tonfo, pensò a un errore.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Sala Grande
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Le grida venivano proprio dalla Sala d’Ingresso e si facevano sempre più forti via via che Harry correva verso le scale che risalivano dal sotterraneo. Trovò la Sala d’Ingresso piena di gente; gli studenti erano usciti in massa dalla Sala Grande, dove la cena era ancora in corso, per vedere che cosa stava succedendo; altri si erano affollati sulla scalinata di marmo. Harry si fece strada fra un gruppo di Serpeverde e vide che gli spettatori si erano disposti in un ampio cerchio, alcuni sbalorditi, altri addirittura spaventati. La professoressa McGranitt era al capo opposto della Sala rispetto a Harry e guardava la scena nauseata.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    L’aula undici si trovava al pianterreno e dava sul corridoio che univa la Sala d’Ingresso alla Sala Grande. Harry sapeva che veniva usata di rado e aveva l’aspetto vagamente trascurato di un ripostiglio o di un magazzino. Perciò rimase a bocca aperta quando, entrando dietro a Ron, si trovò in mezzo a una radura nella foresta.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Proprio non ci arrivi, eh?» Fred le sorrise. «Non c’interessa restare qui. Ce ne andremmo in questo istante, se prima non volessimo dimostrare il nostro sostegno a Silente. Ragion per cui…» e controllò l’orologio, «sta per cominciare la Fase Uno. Se fossi in voi, per pranzo farei in modo di trovarmi nella Sala Grande, così gli insegnanti non potranno accusarvi di essere coinvolti».
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Sì, giusto» annuì Ron. Si diressero tutti e tre verso le porte della Sala Grande, ma Harry aveva appena intravisto il soffitto (quel giorno era percorso da nuvole bianche sospinte dal vento) quando sentì qualcuno battergli sulla spalla. Si voltò e si trovò quasi naso contro naso con Gazza, il custode. Si affrettò a indietreggiare. Gazza era meglio guardarlo a distanza.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Immerse la punta della bacchetta nel fluido argenteo, che prese a turbinare rapido, e quando si sporse sul Pensatoio vide che il suo contenuto era diventato trasparente. Ancora una volta guardava una stanza dall’alto, attraverso un foro circolare nel soffitto… Per la precisione, e a meno di non sbagliarsi di grosso, quella era la Sala Grande.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Era al centro della Sala Grande, ma le tavole delle quattro Case erano scomparse. C’erano invece oltre un centinaio di tavoli più piccoli, tutti rivolti nella stessa direzione, ciascuno occupato da uno studente chino a scrivere su un rotolo di pergamena. L’unico suono era il raspare delle piume e il raro fruscio di una pergamena smossa. A quanto pareva, era in corso un esame.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Ma nemmeno i consumatori di Merendine Marinare potevano competere col signore del caos, Pix, che evidentemente aveva preso a cuore le parole di congedo di Fred. Ridacchiando come un folle, sfrecciava per la scuola rovesciando tavoli, sbucando a sorpresa dalle lavagne, capovolgendo statue e vasi; e per ben due volte chiuse Mrs Purr dentro un’armatura, dalla quale fu estratta ululante dal custode furioso. Pix frantumava lanterne e spegneva candele, faceva volteggiare torce fiammeggianti sulle teste degli studenti atterriti, scagliava ordinate pile di pergamene tra le fiamme o fuori dalla finestra; aprì tutti i rubinetti dei bagni, inondando il secondo piano; rovesciò un sacco pieno di tarantole in mezzo alla Sala Grande durante la colazione; e quando aveva voglia di rilassarsi, svolazzava per ore dietro alla Umbridge, facendole una pernacchia ogni volta che lei apriva bocca.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Harry e Ron si voltarono di scatto. Oltre le porte della Sala Grande videro la Umbridge con un gruppetto di streghe e maghi dall’aria decrepita. E la Preside, notò soddisfatto Harry, sembrava decisamente nervosa.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Poi quelli del quinto e del settimo anno si radunarono nella Sala d’Ingresso mentre gli altri studenti andavano a lezione. Alle nove e mezzo furono richiamati, una classe alla volta, nella Sala Grande, allestita esattamente come Harry l’aveva vista nel Pensatoio, quando suo padre, Sirius e Piton avevano sostenuto il loro G.U.F.O.: i tavoli delle quattro Case erano spariti, sostituiti da banchi singoli, rivolti verso il tavolo degli insegnanti, occupato dalla professoressa McGranitt. «Potete cominciare» annunciò lei quando si furono tutti seduti in silenzio, e si voltò verso un’enorme clessidra posata accanto a lei sul tavolo insieme a piume, boccette d’inchiostro e pergamene di riserva.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Gli studenti del quinto anno pranzarono insieme agli altri (erano ricomparsi i quattro grandi tavoli) e poi si riunirono nella piccola stanza accanto alla Sala Grande, dove rimasero in attesa di essere chiamati per l’esame di pratica. Mentre i primi gruppetti venivano convocati in ordine alfabetico, gli altri borbottavano incantesimi e si esercitavano con la bacchetta, a volte infilandosela per sbaglio fra le costole o in un occhio.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    «In bocca al lupo» sussurrò Ron. Harry entrò nella Sala Grande stringendo la bacchetta così forte che gli tremava la mano.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Alle due in punto, gli studenti del quinto anno entrarono nella Sala Grande e si sedettero davanti ai fogli d’esame, posati a faccia in giù sui banchi. Harry era esausto. Voleva solo farla finita e andare a letto, e l’indomani sarebbe andato con Ron sul campo di Quidditch e avrebbe fatto un giro sulla scopa dell’amico per assaporare la libertà dagli esami.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Ma qualcuno gridò mentre Voldemort calava di nuovo la bacchetta; qualcuno gridò, scivolò su un banco arroventato e cadde sul freddo pavimento di pietra. Harry si svegliò toccando terra, urlante, la cicatrice in fiamme, mentre la Sala Grande sembrava esplodere attorno a lui.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Non appena il vecchio ebbe varcato la soglia della Sala Grande, Harry salì di corsa la scala di marmo, sfrecciò nel corridoio così in fretta che i ritratti gli borbottarono rimproveri, salì un’altra rampa di scale e fece irruzione in infermeria con la violenza di un uragano, strappando un grido di spavento a Madama Chips, che stava infilando un cucchiaio pieno di un liquido blu elettrico nella bocca aperta di Montague.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Hermione li precedette sulle scale e nella Sala d’Ingresso. Dalle porte chiuse della Sala Grande filtrava l’eco di un frastuono di voci allegre e acciottolio di posate; a Harry parve incredibile che a pochi metri da loro ci fossero persone che si godevano la cena e festeggiavano la fine degli esami senza un pensiero al mondo…
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    Rimasero a lungo in silenzio. Da qualche parte, fuori di lì, Harry sentì un suono di voci, forse studenti diretti alla Sala Grande per una colazione di buon mattino. Sembrava impossibile che al mondo ci fossero ancora persone che avevano voglia di mangiare e ridere, persone che non sapevano della scomparsa di Sirius Black, che non soffrivano per la sua morte. Sirius sembrava già lontano milioni di chilometri; eppure, una parte di Harry ancora credeva che, se solo avesse scostato quel velo, avrebbe scoperto Sirius che gli restituiva lo sguardo, pronto a salutarlo con la sua risata simile a un latrato…
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    Per quanto si affannasse a cercare, non vide nessuno, né vivo né morto. A quanto pareva, erano tutti nella Sala Grande. Davanti all’aula d’Incantesimi si fermò ansante, pensando sconsolato che avrebbe dovuto aspettare come minimo la fine del banchetto…
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Ron e Hermione avrebbero pensato che fosse sceso senza di loro. Ora che fossero arrivati a Hogwarts e avessero preso posto nella Sala Grande, percorso con lo sguardo il tavolo di Grifondoro un po’ di volte e compreso alla fine che non c’era, lui sarebbe già stato a metà strada verso Londra.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    «Avevi in mente un ingresso trionfale, suppongo» riprese Piton. «E senza auto volanti a disposizione hai deciso che irrompere nella Sala Grande a metà banchetto sarebbe stato un bell’effetto teatrale».
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Finalmente raggiunsero la scalinata del castello e mentre i grandi battenti di quercia si spalancavano sull’enorme Sala d’Ingresso lastricata, un’esplosione di chiacchiere, risate, piatti e bicchieri li accolse attraverso la porta della Sala Grande. Harry si chiese se doveva rimettersi il Mantello dell’Invisibilità, guadagnando così il proprio posto alla lunga tavola di Grifondoro (che purtroppo era la più lontana dalla Sala d’Ingresso) senza farsi notare.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Harry si voltò e marciò dritto oltre le porte aperte: qualunque cosa pur di allontanarsi da Piton. La Sala Grande, con i suoi quattro lunghi tavoli delle Case e il tavolo degli insegnanti sul fondo, era decorata come al solito da candele galleggianti che facevano scintillare i piatti. Harry tuttavia vedeva solo un brillante alone confuso. Camminava così veloce che superò la tavola di Tassorosso prima che i ragazzi potessero cominciare a fissarlo, e quando si alzarono in piedi per vederlo bene aveva già individuato Ron e Hermione, era sfrecciato lungo le panche verso di loro e si era insinuato a forza tra i due.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Con il solito grattare assordante, le panche furono ritirate e centinaia di studenti presero a scorrere fuori dalla Sala Grande verso i loro dormitori. Harry, che non aveva alcuna fretta di sfilare davanti a una folla occhieggiante, né di avvicinarsi a Malfoy tanto da consentirgli di raccontare di nuovo la storia del naso calpestato, rimase indietro, fingendo di riallacciarsi la scarpa e lasciando che gran parte dei Grifondoro lo superassero. Hermione era scattata in avanti per adempiere al suo dovere di prefetto e guidare i ragazzini del primo anno, ma Ron rimase con Harry.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Il soffitto della Sala Grande era di un azzurro sereno, macchiato da fragili nubi a ciuffi, proprio come i rettangoli di cielo visibili oltre le alte finestre a colonnine. Mentre si ingozzavano di porridge, uova e pancetta, Harry e Ron riferirono a Hermione dell’imbarazzante conversazione con Hagrid la sera prima.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Harry all’improvviso trovò la Sala Grande molto calda, anche se il soffitto era ancora freddo e gonfio di pioggia.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    Nel castello videro Cormac McLaggen che entrava nella Sala Grande. Gli ci vollero due tentativi per oltrepassare la porta; al primo sbatté contro lo stipite e rimbalzò indietro. Ron si limitò a sghignazzare malizioso ed entrò nella Sala dopo di lui, ma Harry afferrò Hermione per un braccio e la trattenne.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «Che cosa state facendo voi due?» chiese Ron insospettito, ricomparendo sulla soglia della Sala Grande.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    Quando si furono vestiti, bene imbacuccati nei golf fatti a maglia dalla signora Weasley, ed ebbero preso mantelli, sciarpe e guanti, Ron aveva superato lo spavento e deciso che il nuovo incantesimo di Harry era molto divertente; al punto che si precipitò a raccontarlo a Hermione quando si sedettero nella Sala Grande.
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

   La mattina dopo Harry aveva Erbologia alla prima ora. In Sala Grande non aveva raccontato a Ron e Hermione della serata con Silente per paura di essere udito dagli altri, e così li ragguagliò mentre attraversavano l’orto diretti alle serre. Il vento brutale era finalmente cessato; la strana nebbia era tornata e i ragazzi impiegarono un po’ più tempo del solito a trovare la serra giusta.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    La mattina dopo la colazione fu, come al solito, agitata: i Serpeverde fischiarono e vociarono ogni volta che un membro della squadra di Grifondoro entrò nella Sala Grande. Harry diede un’occhiata al soffitto e vide un pallido, limpido cielo azzurro: un buon segno.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

   Ancora una volta la neve vorticava contro le finestre ghiacciate; il Natale si avvicinava in fretta. Hagrid, da solo, aveva già portato al castello i consueti dodici alberi per la Sala Grande; ghirlande di agrifoglio e lamé erano state avvolte attorno alle balaustre delle scale; candele perpetue brillavano dentro gli elmi delle armature ed enormi mazzi di vischio erano stati appesi a intervalli regolari lungo i corridoi. Ampi gruppi di ragazze tendevano a convergere sotto i rami di vischio tutte le volte che passava Harry, creando ingorghi nei corridoi; ma per fortuna i frequenti vagabondaggi notturni di Harry gli avevano conferito una conoscenza non comune dei passaggi segreti del castello, tanto che riusciva a navigare senza troppe difficoltà lungo rotte prive di vischio tra una lezione e l’altra.
Il voto infrangibile (Cap. 15 Harry Potter 6)

    La neve si sciolse attorno alla scuola all’arrivo di febbraio, sostituita da un’umidità fredda e desolata. Nubi di un grigio violetto gravavano sul castello e una costante pioggia gelida rendeva i prati fangosi e sdrucciolevoli. Il risultato fu che la prima lezione di Materializzazione per i ragazzi del sesto anno, fissata per un sabato mattina in modo che non interferisse col programma regolare, si tenne nella Sala Grande invece che all’aperto.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «… così che molti di voi possano affrontare l’esame» continuò Twycross, come se non fosse stato interrotto. «Come saprete, di solito è impossibile Materializzarsi o Smaterializzarsi entro i confini di Hogwarts. Il Preside ha sospeso questo incantesimo solo per la Sala Grande e per un’ora, per consentirvi di esercitarvi. Vorrei sottolineare che non riuscirete a Materializzarvi fuori dalle pareti di questa Sala, e che sarebbe assai poco saggio provarci.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Forte» borbottò Harry, dedicando uno sguardo rapido all’orologio prima di scrutare la Mappa più da vicino. Dov’era Malfoy? Non sembrava che fosse alla tavola di Serpeverde in Sala Grande, a fare colazione… non era vicino a Piton, nel suo studio… non era in nessuno dei bagni o in infermeria…
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Sapete che Luna mi è sempre più simpatica?» disse, mentre ripartivano per la Sala Grande. «Lo so che è matta, ma lo è in un senso…»
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    Kreacher si inchinò di nuovo, furibondo, e rispose: «Padron Malfoy mangia nella Sala Grande, dorme in un dormitorio nei sotterranei, frequenta le lezioni in molte…»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    Trovò Ron e Hermione nella Sala Grande, già a metà di un pranzo anticipato.
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    Siccome avevano appena visto Lumacorno entrare in Sala Grande, indugiarono per un po’ nella sala comune. Il piano prevedeva che Harry gli lasciasse il tempo di mangiare con calma, prima di andarlo a trovare nel suo ufficio. Quando il sole discese fino a sfiorare le cime degli alberi nella Foresta Proibita, e dopo aver controllato cautamente che Neville, Dean e Seamus fossero nella sala comune, salirono tutti e tre di nascosto nel dormitorio dei ragazzi.
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Esitò fuori dalla Sala Grande affollata, poi corse su per la scalinata di marmo; che Grifondoro avesse vinto o perso, la squadra di solito festeggiava o si leccava le ferite in sala comune.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Il giorno dopo si alzò presto per fare i bagagli: l’Espresso per Hogwarts sarebbe partito un’ora dopo il funerale. In Sala Grande trovò un’atmosfera sommessa. Tutti indossavano vesti da cerimonia e nessuno sembrava avere molta fame. La professoressa McGranitt aveva lasciato vuota la poltrona simile a un trono al centro della tavola degli insegnanti. Anche la sedia di Hagrid era vuota: Harry si disse che forse non era riuscito ad affrontare la colazione; il posto di Piton, invece, era stato semplicemente occupato da Rufus Scrimgeour. Harry evitò i suoi occhi giallastri che percorrevano la Sala; ebbe la spiacevole sensazione che stesse cercando proprio lui. Nel seguito di Scnmgeour notò i capelli rossi e gli occhiali cerchiati di corno di Percy Weasley. Ron non diede segno di averlo visto, ma trafisse la sua aringa affumicata con insolita ferocia.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

   Il canto aumentava di volume man mano che si avvicinavano. Harry sentì un nodo alla gola, gli ricordava Hogwarts, Pix che ululava versioni volgari delle carole da dentro le armature, i dodici alberi di Natale nella Sala Grande, Silente che indossava un cappello che aveva trovato in un petardo magico, Ron col suo golf fatto a maglia...
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   «Li hanno chiusi tutti prima dell'inizio dell'anno» spiegò Neville. «Non c'È modo di usarli adesso, con le maledizioni sugli ingressi e i Mangiamorte e i Dissennatori di guardia alle uscite». Si mise a camminare all'indietro, sorridendo, beandosi della loro presenza. «Ma non importa... è vero che siete entrati alla Gringott? E siete fuggiti su un drago? Lo sanno tutti, tutti ne parlano, Terry Steeval è stato picchiato da Carrow perché lo ha urlato in Sala Grande a cena!»
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Grazie, «Pomona» rispose la professoressa McGranitt, e tra le due streghe passò uno sguardo risoluto di intesa. «Suggerisco di distribuire le protezioni di base dappertutto, poi di radunare i nostri studenti e incontrarci in Sala Grande. La scuola dev'essere evacuata, ma se alcuni dei maggiorenni desiderano restare a combattere, credo che dobbiamo dar loro questa possibilità».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «Intesi». La professoressa Sprite stava già correndo verso la porta. «Ci vediamo in Sala Grande tra venti minuti con la mia Casa».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «Ci vediamo con i tuoi Corvonero in Sala Grande, Filius!» esclamò la professoressa McGranitt, e fece cenno a Harry e Luna di seguirla.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «Aspetto anche te e i Serpeverde in Sala Grande tra venti minuti» lo interruppe la professoressa McGranitt. «Se desideri andartene con i tuoi studenti, non ti fermeremo. Ma se qualcuno di voi tenta di sabotare la nostra resistenza o prende le armi contro di noi dentro le mura di questo castello, allora, Horace, combatteremo per uccidere».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «Ora, Potter» riprese la McGranitt, «È meglio che tu e la signorina Lovegood torniate dai vostri amici e li portiate in Sala Grande... io sveglierò gli altri Grifondoro».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Si separarono sul pianerottolo successivo: Harry e Luna tornarono di corsa all'ingresso nascosto della Stanza delle Necessità. Incrociarono gruppi di studenti, molti avvolti in mantelli da viaggio sopra il pigiama. Insegnanti e prefetti li guidavano verso la Sala Grande.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «Stanno facendo evacuare i ragazzi più piccoli, l'appuntamento è in Sala Grande per organizzarsi» rispose Harry. «Si combatte».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «Devono essere già in Sala Grande» gli gridò il signor Weasley voltandosi.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Sotto il soffitto incantato della Sala Grande, buio e disseminato di stelle, gli studenti scarmigliati, alcuni in mantello da viaggio, altri in vestaglia, erano allineati lungo i quattro tavoli delle Case. Qua e là rilucevano le figure perlacee dei fantasmi della scuola. Gli occhi di tutti, vivi e morti, erano fissi sulla professoressa McGranitt, che parlava dalla pedana in fondo
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Si sentì addosso molti sguardi, mentre correva dalla Sala Grande nell'ingresso ancora affollato di studenti che si stavano allontanando. Si lasciò trascinare con loro su per la scalinata di marmo, ma quando fu in cima svoltò in un corridoio deserto. Il panico gli offuscava il cervello. Cercò di calmarsi, di concentrarsi sull'Horcrux, ma i suoi pensieri ronzavano frenetici e inutili come vespe imprigionate sotto un bicchiere. Senza Ron e Hermione ad aiutarlo, non riusciva a riordinare le idee. Rallentò e si fermò a metà di un passaggio vuoto. Sedette sul piedistallo di una statua andata via ed estrasse la Mappa del Malandrino dalla saccoccia che portava al collo. Non vide i nomi di Ron e Hermione da nessuna parte, anche se, pensò, potevano essere nascosti tra la folla di puntini diretti alla Stanza delle Necessità. Ripose la Mappa, si premette le mani sul volto e chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi...
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Ron fece strada verso la Sala Grande. Harry si fermò sulla soglia.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   La Sala Grande parve volar via, rimpicciolire, restringersi. Harry indietreggiò oltre la soglia. Non riusciva a respirare. Non ce la faceva a guardare gli altri cadaveri, a scoprire chi altri era morto per lui. Non riusciva a unirsi ai Weasley, a guardarli negli occhi: se si fosse consegnato subito, Fred forse non sarebbe morto...
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Il castello era vuoto; anche i fantasmi si erano mescolati alla folla in lutto nella Sala Grande. Harry corse senza fermarsi, stringendo la fiala di cristallo che conteneva gli ultimi pensieri di Piton, e non rallentò finché non fu davanti al gargoyle di pietra a guardia dello studio del Preside.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Piton usciva dalla Sala Grande, dopo aver sostenuto l'esame di G.U.F.O. in Difesa contro le Arti Oscure, si allontanava dal castello e andava, soprappensiero, verso la betulla sotto la quale erano seduti James, Sirius, Lupin e Minus. Ma Harry questa volta si tenne a distanza, perché sapeva che cosa era successo dopo che James aveva sollevato Severus a mezz'aria e lo aveva insultato; sapeva che cosa era successo e che cosa era stato detto e non aveva voglia di risentirlo. Vide Lily raggiungere il gruppo e difendere Piton. Da lontano udì Piton urlarle contro, umiliato e furente, le parole imperdonabili: «Schifosa Mezzosangue».
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   E Silente sapeva che Harry non si sarebbe sottratto, che avrebbe continuato sino alla fine, anche se era la sua fine, perché si era preso il disturbo di imparare a conoscerlo. Silente sapeva, come Voldemort, che Harry non avrebbe permesso a nessun altro di morire per lui, una volta scoperto che era in suo potere impedirlo. Le immagini dei cadaveri di Fred, Lupin e Tonks stesi nella Sala Grande gli tornarono prepotenti davanti agli occhi e per un attimo non riuscì quasi a respirare: la Morte scalpitava...
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)

    fosse concentrata nella Sala Grande, dove erano radunati i morti e coloro che li piangevano.
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)

   «Sai cosa? Ce la faccio da solo, Neville» disse Oliver Baston. Si gettò Colin sulla spalla e lo portò nella Sala Grande.
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)

   Harry gettò un'ultima occhiata all'ingresso della Sala Grande. Chi cercava di dare e ricevere conforto, chi beveva, chi s'inginocchiava accanto ai morti. Non vide nessuna delle persone che amava, nessuna traccia di Hermione, Ron, Ginny o degli altri Weasley, o di Luna. Sentì che avrebbe volentieri passato tutto il tempo che gli restava a guardarli un'ultima volta; ma poi avrebbe avuto la forza di distogliere lo sguardo? Meglio così.
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)

   Harry si girò lentamente sul posto e ciò che lo circondava parve inventarsi davanti ai suoi occhi. Un ampio spazio aperto, luminoso e pulito, una sala molto più grande della Sala Grande, con quel limpido soffitto di vetro a cupola. Era vuota. C'era solo lui, a parte...
King’s Cross (Cap. 35 Harry Potter 7)

   Sempre nascosto sotto il Mantello dell'Invisibilità, Harry fu costretto a entrare nella Sala d'Ingresso: stava cercando Voldemort e lo vide dall'altra parte dell'atrio che scagliava incantesimi a destra e a manca e intanto arretrava nella Sala Grande, senza smettere di urlare ordini ai suoi seguaci; Harry lanciò altri Sortilegi Scudo e salvò Seamus Finnigan e Hannah Abbott dalla sua furia; i due gli sfrecciarono davanti ed entrarono nella Sala Grande per prendere parte alla lotta che già vi divampava.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Ma non era ancora finita: Harry sfrecciò tra i duellanti, oltrepassò i prigionieri che si divincolavano ed entrò nella Sala Grande.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Voldemort era nel cuore della battaglia e colpiva tutto ciò che gli capitava a tiro. Harry non poteva mirare con precisione e cercò di avvicinarsi, ancora invisibile, ma la Sala Grande era sempre più affollata, poiché chiunque fosse in grado di camminare tentava di entrare.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Il sole sorgeva su Hogwarts e la Sala Grande ardeva di vita e di luce. Harry era una parte indispensabile in quelle manifestazioni di giubilo e lutto, dolore ed esultanza mescolati. Volevano che fosse lì con loro, il loro capo e simbolo, il loro salvatore e la loro guida, e che non avesse dormito, che bramasse la compagnia di pochi intimi non passò per la mente a nessuno. Doveva parlare con i famigliari delle vittime, stringere loro le mani, guardare le loro lacrime, ricevere i loro ringraziamenti, ascoltare le notizie che rimbalzavano da ogni dove col procedere del mattino: in tutto il paese quelli che erano stati colpiti da una Maledizione Imperius erano tornati in sé, i Mangiamorte fuggivano o venivano catturati, gli innocenti di Azkaban liberati, e Kinsgley Shacklebolt era stato nominato Ministro della Magia ad interim...
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Spostarono il corpo di Voldemort in un'aula accanto alla Sala Grande, lontano dai corpi di Fred, Tonks, Lupin, Colin Canon e degli altri cinquanta che erano morti lottando contro di lui. La McGranitt risistemò i tavoli delle Case al loro posto, ma nessuno era più seduto nell'ordine giusto: erano tutti mescolati, insegnanti e allievi, fantasmi e genitori, centauri ed elfi domestici; Fiorenzo era disteso in un angolo a riprendersi, Grop guardava
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Si alzarono subito e insieme uscirono dalla Sala Grande. La scalinata di marmo era scheggiata, parte della balconata era sparita, e salendo incontrarono detriti e macchie di sangue.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

    Basti dire che i nostri cercatori di Buona Sorte non arrivarono mai in vetta al Colle. Il sipario si era appena alzato quando la 'Serpe' del Professor Kettleburn - rivelando di essere un Ashwinder[5] sotto Incantesimo di Ingozzamento - esplose in una pioggia di scintille incandescenti e polvere, riempiendo la Sala Grande di fumo e frammenti di scenografia. Mentre le enormi uova infuocate che aveva deposto ai piedi del mio Colle incendiavano le tavole del palcoscenico, 'Amata' e 'Asha' si scagliarono l'una contro l'altra, duellando con tanto ardore che il Professor Beery cadde vittima di fuoco incrociato, gli insegnanti dovettero evacuare la Sala e l'inferno che si era scatenato sul palco rischiò di inghiottire tutto quanto. L'intrattenimento serale si concluse con un'infermeria piena; ci vollero diversi mesi prima che la Sala Grande perdesse l'aroma pungente del legno bruciato, e molto di più perché la testa del Professor Beery riassumesse le normali dimensioni, mentre il Professor Kettleburn fu messo in verifica.[6] Il Preside Armando Dippet vietò ogni futura rappresentazione, una tradizione non teatrale che Hogwarts è fiera di continuare tutt'oggi.
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8)